mercoledì 12 luglio 2017

RECENSIONE: Le sfide di Apollo, La profezia oscura, di Rick Riordan

La fantasia di Riordan non ha limiti.



Eh già… Anche questa volta il mio caro, vecchio amico Rick ha tirato fuori dalla sua magica penna una storia formidabile.
Dopo tutti questi anni ancora rimango sorpresa dalla sua bravura e dall’originalità delle sue storie: insomma, dopo una quindicina di libri ti aspetti anche che abbia esaurito le idee…
E invece no!  



Titolo: La profezia oscura, Le sfide di Apollo vol 2
Autore: Rick Riordan
Editore: Mondadori
Pagine: 396 (rilegato)
ISBN: 9788804676331
Data di pubblicazione: 27/06/17



TRAMA

Il mostruoso Pitone si è rimpossessato dell'Oracolo di Delfi, e questa è solo la prima delle minacce che Apollo ha dovuto affrontare per ottenere il perdono di Zeus e tornare tra gli immortali. Tre malvagi imperatori vogliono ora conquistare tutti gli Oracoli dell'antichità, per interrompere ogni comunicazione tra i semidei e le fonti di profezie necessarie a compiere eroiche imprese. Se gli Oracoli cadranno sotto il dominio del Triumvirato, il dio più bello e vanitoso dell'Olimpo resterà per sempre imprigionato nel corpo di un insignificante sedicenne, Lester Papadopoulos! Con un piccolo effetto collaterale: l'umanità potrebbe essere distrutta. Il destino del mondo è nelle mani del dio del sole, della musica e della poesia, che potrà contare solo sull'aiuto della ninfa Calipso e del semidio Leo Valdez, nonché sul potere esasperante dei suoi strazianti haiku...





RECENSIONE

Dopo aver terminato “L’oracolo nascosto” ero molto curiosa di leggere subito il seguito. Volevo davvero sapere come l'autore avrebbe portato avanti la storia incentrata sul narratore più bizzarro ed egocentrico di sempre: Apollo… o meglio, Lester Papadopoulos.
E già, miei cari, ne “La profezia oscura”, il mio dio preferito non è ancora, purtroppo, tornato a essere molto “divino”. 

"La mattina dopo, Meg mi svegliò con un calcio:« È ora di muoversi.»
Sbattei diverse volte le palpebre e aprii gli occhi. Quando sei il dio del sole, dormire fino a tardi è una gioia rara. E adesso che ero un semplice mortale, la gente continuava a svegliarmi allo spuntare del giorno. Per millenni ero stato io lo spuntare del giorno. Non ne potevo più."


Apollo, intrappolato nel suo nuovo corpo umano, deve continuare il suo pazzo viaggio per cercare di sconfiggere il Triumvirato (ovvero il trio composto dai più crudeli e spietati imperatori romani), liberare gli oracoli e riacquistare la sua sovrannaturale forza e la sua divina bellezza.
Tutto ciò porta Apollo/Lester a raggiungere la città di Indianapolis con l’aiuto di tre vecchi amici: Festus, Leo e Calipso.
Subito i quattro trovano il loro cammino ostacolato da numerosi nemici, tutti al servizio de “Il Nuovo Ercole”, l’antico imperatore romano la cui identità è avvolta nel mistero.
Solo ad Apollo il soprannome fa tornare a galla antichi ricordi e sentimenti segreti …


Fin dalle prime pagine facciamo conoscenza con alcuni mostriciattoli davvero ridicoli: i blemmi, che mi hanno letteralmente “spezzata in due dalle risate” con la loro buffa educazione e il loro aspetto assurdo! 

Di primo acchito il personaggio de “Il Nuovo Ercole”  mi ha delusa un po’: non reggeva il confronto con Nerone. Quest’ultimo corrispondeva perfettamente al mio ideale di "nemico":  freddo, cinico, rigido e calcolatore, un malvagio fatto e finito. Mentre il nuovo “cattivo” è totalmente fuori dagli schemi:
è esageratamente scenico e teatrale, così vanitoso e narcisista, così prima donna da sembrare quasi insulso. Il mio primo giudizio su di lui è stato tutt'altro che positivo: lo trovavo grottesco, insensato, quasi irritante... Tuttavia, pagina dopo pagina, mi sono ricreduta: ho capito come l’arroganza, la superbia e la vanità possano dimostrarsi armi davvero micidiali e crudeli… E ho iniziato ad apprezzare la scelta di presentare al lettore due antagonisti completamente diversi, ma in un certo senso, complementari.

 «Il Nuovo Ercole era bello.»
Alzai gli occhi al cielo. «Ma anche vanaglorioso, tronfio, egoista…»
«Allora ti fa concorrenza, eh?» disse Leo.
«Oh, chiudi il becco!»
 

Questa nuova avventura divina mi ha permesso di rivalutare il personaggio di Leo.
Nella saga de “Gli Eroi dell’Olimpo”, Leo era sempre in secondo piano, non riusciva a trovare lo spazio per esprimere le sue potenzialità, il suo valore come eroe e la spassosissima personalità. Agiva nell'ombra di Jason... E io, che detestavo Jason, detestavo Leo di riflesso. Qui, invece, dove può mostrare tutte le sue buone qualità, guadagna parecchi punti.
Lo stesso vale per la sua storia con Calipso: i due, non più nascosti da coppie così classiche, come Piper e Jason, dimostrano di avere un feeling pazzesco e di essere un duo bizzarro, ma dolcissimo: lei, sofisticata, elegante e dolce, e lui, invece, stravagante, buffone e invadente… Insieme regalano un brio incredibile alla storia.


 Ne “La profezia oscura” anche Meg fa la sua ricomparsa, perdendo la sua aria da ragazzina credulona (per me insopportabile) e acquistando una maggiore maturità.

Apollo/ Lester a Indianapolis incontra due ex cacciatrici di Artemide: Eddie e Jo, che, per essersi innamorate (l’una dell’altra), hanno dovuto abbandonare le cacciatrici anni prima, perdendo così l’immortalità. Eddie e Jo offrono rifugio ai nostri eroi nella loro casa magica situata nella Way Station di Indianapolis.
Meraviglioso l’insegnamento che le due donne offrono ad Apollo: inizialmente il dio non riusciva a comprendere come Eddie e Jo potessero aver deciso di rinunciare all’immortalità per amore, alla fine, tuttavia, capisce che l’importante non è vivere per sempre, ma trascorrere nel miglior modo possibile, con le persone che più si amano, tutti gli istanti disponibili. Quindi, anche in questo racconto, Apollo diventa sempre più umano: ammette alcuni grandi errori che ha commesso in passato come dio e fa ammenda.
 

Chapeau a Riordan per la spontaneità con cui riesce sempre a inserire (in modo assolutamente non frivolo) personaggi di ogni orientamento sessuale, religione e cultura, arrivando così a integrare mondi e visioni variegati, privi di pregiudizi e luoghi comuni: oltre a Eddie e Jo, non dimentichiamoci Nico e Will, Samirah Al Abbas, o lo stesso Apollo. 

Nota personalissima: l’unica grande amarezza di questo libro è l’assenza di Percy, del  Campo Mezzosangue e di tutti i suoi semidei. Lo so, sono una lettrice abbastanza nostalgica e faccio fatica a lasciar andare personaggi a cui sono legata...
Spero che nel prossimo libro (probabilmente l’ultimo romanzo sul mondo greco) Rick inserisca un bel saluto finale da parte di tutti i "vecchi" eroi come Percy, Annabeth e Nico.
Quel che è certo che ci sarà un ritorno inaspettato da parte di uno dei personaggi più apprezzati di tutte le saghe sull’Olimpo… E, probabilmente, rivedremo anche altri personaggi di cui, sinceramente, non sento proprio per niente la mancanza.



Come ho già detto all’inizio, trovo Riordan sempre eccezionale: egli si è dimostrato, ancora una volta, una garanzia con le sue storie innovative, bizzarre, divertenti, semplici, giovanili e fresche. 


p.s. un ulteriore inchino ad Apollo/ all’autore per i suoi strampalati haiku.

Apollo o Lester?
Sono ancora umano
Oh, dei! Che strazio!

Che faccio, svengo?
O racconto una storia?
Va bene, svengo.


VOTO:




Lascio qui il link di un'intervista (un po' vecchia, ma comunque molto carina) in cui Riordan spiega anche l'origine di alcuni suoi personaggi...
[...] Lo scrittore ha spiegato anche perché nella saga di Percy Jackson ha introdotto Nico di Angelo, un semidio gay: «Perché voglio che tutti i ragazzi possano riconoscersi nei miei libri». Per lo stesso motivo Percy Jackson è dislessico, per lo stesso motivo Riordan ha creato Samirah al-Abbas, semidea musulmana, nata nella sua mente subito dopo gli attentati alle Torri gemelle.[...]



Marta








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