sabato 17 settembre 2016

PAGINE RUBATE: Mrs Dalloway

Durante l'estate, tra i libri assegnati dai miei prof, uno in particolare è stato un piacere inatteso: mi riferisco a Mrs Dalloway (La signora Dalloway) di Virginia Woolf.
Certamente leggerlo in inglese non è stato una passeggiata: qualche dettaglio me lo sono perso, ma ciò nonostante sono stata catturata dalla giornata di Clarissa e dalla personalità dei vari personaggi, affascinata dall'infinità di pensieri di ognuno e dai loro atteggiamenti in continua alternanza tra maschera e sincerità.
Mrs Dalloway funziona molto come " un'intervista doppia" (avete presente?): ogni personaggio si mostra agli altri protetto da una finta perfezione, ma permette solo all'invisibile lettore di scoprire le emozioni che gelosamente nascoste alla società.

Lasciatevi sprofondare nella mente e nel cuore dei personaggi di Virginia Woolf... con alcune PAGINE RUBATE (estratti) da Mrs Dalloway.





 ..."Ecco che cosa significa essere giovani" meditava Peter Walsh, passando oltre quei due. Farsi una scenata (la povera giovane pareva proprio disperata, a mezzo del mattino). "Ma che cosa sarà successo" egli si domandò; "che cosa le avrà detto quel giovanotto col soprabito, per ridurla in quello stato? In che razza d’impicci si saranno cacciati, perché tutt’e due abbiano una faccia così stravolta, con questo bel mattino d’estate?" Ciò che più lo divertiva al ritorno in Inghilterra, dopo cinque anni d’assenza, era l’aspetto delle cose; i primi giorni almeno, apparivano nuove, inusitate: innamorati che si bisticciavano sotto un albero; e la vita quotidiana dei parchi. Mai Londra gli era sembrata tanto incantevole: la dolcezza delle lontananze, la ricchezza, tutta quella vegetazione; e il vivere civile, dopo l’India, egli pensava camminando sull’erba. Indubbiamente quella suscettibilità alle impressioni era stata la sua rovina. Alla sua età egli subiva ancora, come un giovanotto, magari come una ragazza, quelle alternative d’umore: giornate buone, giornate cattive, senza ragione alcuna; un bel visino lo rendeva felice, la vista di una trasandata zitella gli dava immediatamente ai nervi. Dopo l’India era naturale che s’innamorasse di ogni donna che gli capitava tra i piedi. Erano così fresche, e anche le più povere vestivano sicuramente meglio che cinque anni fa; agli occhi suoi, mai la moda aveva donato tanto alle donne. I lunghi mantelli neri, la sveltezza e l’eleganza; e poi la deliziosa, e a quanto pareva generale, abitudine di dipingersi. Tutte le donne, anche le più rispettabili, avevano una rosa sulle gote, labbra come scolpite e riccioli di un nero d’inchiostro di china. Le minime cose miravano a un effetto artistico; era certo che si fosse verificata una rivoluzione. Chissà che cosa ne pensava la gioventù, si domandava Peter Walsh. Comunque quei cinque anni – dal 1918 al 1923 – dovevano aver avuto una grande importanza...





 ...Clarissa era donna di società; questo era, forse, il giudizio più esatto su di lei; teneva troppo al proprio rango sociale e alle facili ascese mondane.
Che in un certo senso fosse vero, ella lo aveva riconosciuto davanti a lui.
(Per poco che uno ci si mettesse, si poteva indurre Clarissa ad ammettere la verità; era fondamentalmente leale.) Ma aveva sempre detto e ripetuto di avere in uggia le vecchie zitelle, i fessi, i falliti, come lui probabilmente; nessuno aveva il diritto di starsene con le mani in mano, bisognava darsi da fare, essere qualcuno; e tutti quei gagà, quelle duchesse, quelle vecchie contesse incartapecorite che s’incontravano nel suo salotto – gente che a Peter pareva lontana le mille miglia dall’essere qualcuno o qualcosa – agli occhi di Clarissa rappresentavano un mondo intero. Lady Bexborough, ella aveva detto una volta, non s’appoggiava mai allo schienale della poltrona (così era Clarissa stessa; non si abbandonava mai nel vero senso della parola, era sempre diritta come un fuso, per non dire un po’ rigida). Diceva, Clarissa, che quella gente aveva una sorta di coraggio, che le pareva più degno d’ammirazione via via che andava avanti negli anni. In tutto ciò, beninteso, c’era molto di Dalloway; molto di quello spirito di classe governativo, ligio alle tradizioni, alla riforma delle tariffe, all’Impero Britannico. Spirito che, come accade spesso, l’aveva completamente assorbita. Intelligente il doppio del marito, era stata costretta a vedere le cose attraverso gli occhi di lui: una delle tragedie della vita coniugale. Quantunque avesse una sua mentalità, quella donna doveva sempre citare Richard – come se dopo aver letto la "Morning Post" del mattino non si sapesse dall’a alla zeta ciò che pensava Richard...


 

I pensieri che vi ho proposto appartengono a Peter Walsh, l'uomo che, innamoratosi da ragazzo di Clarissa Dalloway, non potrà mai dimenticarla, non potrà mai sostituirla completamente, l'uomo che ricorderà per sempre con nostalgia la tenerezza del loro amore giovane e irrealizzabile. Peter è sicuramente il personaggio più romantico del libro, e di conseguenza quello che riesce a intrigarmi di più: è impetuoso, ardito, ma allo stesso tempo timido e impossibilitato ad amare come vorrebbe. Ormai uomo di mezz'età, si ritrova ancora intrappolato nella spaventosa e dolcissima ragnatela dell'amore. Le sue impressioni su Clarissa sono le più chiare, le più ampie, e grazie a lui sono riuscita a delineare il profilo della protagonista...

Insomma, Mrs Dalloway è un universo di "persone da ricostruire": la Woolf ci consegna i personaggi in pezzettini, nascondendone uno qua e uno là.... poi spetta a noi comporre la figura completa.


BUON PUZZLE!

Alex










 





2 commenti:

  1. Una delle più brave scrittrici e poetesse di sempre Virginia Woolf!❤ Io ho un blog di cinema e gatti, ma ho anche una sezione dedicata ai libri, adoro leggere!😊 http://gattaracinefila.blogspot.it/ A presto!👋

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